Storia e architettura

LA MASSERIA

Le antiche origini di Masseria Pettolecchia sono tutte racchiuse nel suo nome e nei caratteri degli edifici che la caratterizzano.


Il nome Pettolecchia, quale mutazione fonetica del latino “bettola”, ovvero il rifugio utilizzato dagli antichi romani come ristoro durante i viaggi lungo le vie dell’impero, testimonia della presenza romana nelle terre di Egnazia. L’habitat primigenio della torre di Pettolecchia fu, quindi, sicuramente legato alla sua posizione strategica lungo una delle più importanti arterie viarie, ovvero la via Traiana, che collegava Roma a Brindisi favorendo, in queste terre lambite dal mare, il passaggio di uomini e il fiorire delle attività agricole e produttive e dei commerci ad esse legati.

Con la caduta dell’impero romano, le terre di Egnazia vennero quasi del tutto abbandonate in favore di luoghi più nascosti in cui potersi difendere dalle invasioni dei Goti, per poi ripopolarsi e rifiorire con l’avvento dei Normanni e il dominio Federiciano. Nuove e successive testimonianze di Pettolecchia risalgono, infatti, alla prima metà del 1400, in particolare al 1450, anno di costruzione della torre fortezza ad opera dei Marchesi Palmieri di Monopoli, che la utilizzarono come

rifugio dall’invasione dei Turchi e ne furono proprietari fino al 1962, anno in cui la Masseria venne venduta all’ordine dei Gesuiti.
Al primo nucleo costituito dalla torre, la cui esistenza viene ribadita nel testamento di Pietro Palmieri del 1562, si aggiunsero a partire dal XVI e XVII secolo nuovi edifici e nuove addizioni all’edificio della Torre, che contribuirono a definire l’attuale impianto del complesso della Masseria, raggiungendo una perfetta integrazione tra le esigenze di carattere difensivo e le necessità legate all’attività produttiva e alla funzione anche abitativa.

Da un punto di vista architettonico il complesso di Masseria Pettolecchia è costituito dall’aggregazione di più edifici attorno ad una corte centrale, chiusa da possenti muri di cinta, e a cui si accede tramite un imponente portale di ingresso. La masseria, unica nella zona, rientra nella categoria delle Masserie-Castello caratterizzate da un elemento emergente, la torre, munito di torrioni e caratterizzato da una serie di elementi stilistici- architettonici tipici dei castelli.

All’interno delle mura, che disegnano una poligonale irregolare circondata da uliveti secolari, si distinguono tutti gli altri edifici, ognuno con caratteri tipologici e funzioni differenti. Partendo dal lato Nord: l’agrumeto, cinto da mura perimetrali; il palazzo utilizzato come abitazione del massaro; la chiesetta sormontata da una cupola, con rosone centrale, completata nel 1700; i depositi; l’ipogeo, utilizzato prima come frantoio e successivamente come carcere, e le stalle.
Protagonista indiscussa dell’intero complesso è la Torre per il suo pregio architettonico, la sua rilevanza storica, e, dato non trascurabile, per la sua posizione privilegiata e scenografica, in asse con il portale d’ingresso.

Costruita in tufo, sorge su un basamento a pianta quadrangolare con bastioni ai quattro angoli. La grande scala esterna, sostenuta da un doppio arco, permette l’accesso diretto al piano nobile. Si pensa che il secondo arco abbia sostituito un preesistente ponte levatoio, posto a difesa dell’edificio. Gli ambienti interni si articolano su due livelli: ognuno dei due piani è caratterizzato da un unico ambiente centrale voltato e da ambienti di servizio in corrispondenza dei quattro bastioni.

 
Il decoro raro e composto di Pettolecchia, delle sue mura fortificate, antiche, fedeli

E. Sigrisi, Masseria Pettolecchia, Schena Editore



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